Val d'Arda

Al confine con la provincia di Parma e di Cremona, il comprensorio della Val d’Arda, che comprende anche i corsi dei torrenti Stirone, Ongina e Chiavenna, offre un paesaggio estremamente variegato; la zona rivierasca, la pianura che scavalca la via Emilia e sale in dolci pendii, le strade che attraversano i colli, i crinali, le piccole frazioni impregnate di lavoro contadino e quei calanchi che, nel corso dei secoli, hanno restituito numerosi resti di balene fossili, reperti che testimoniano come, millenni fa, in questa zona ci fosse il mare. Da Caorso a Morfasso, i castelli di epoca medioevale e rinascimentale, punteggiano un paesaggio ove spiccano anche i campanili delle chiese che accompagnano il percorso dell’antica “via Francigena”, attraverso la quale i pellegrini raggiungevano l’Appennino sulla via per Roma. Le tradizioni sono pure conservate, e valorizzate nei numerosi ristoranti della zona, in una cultura alimentare che la le sue punte di eccellenza nei salumi (coppa piacentina in testa) e nel vino (che dire del rinomato “vin santo” di Vigoleno?), senza dimenticare l’aglio di Monticelli e le ciliegie di Villanova. Numerosi sono gli eventi di rilievo che l’agenda della valle propone annualmente: si possono citare a solo titolo di esempio le serate di Castell’Arquato che rinnovano i fasti dei cortei medioevali, le corse nel velodromo di Fiorenzuola che ospita gare nazionali ed europee di ciclismo su pista, l’appuntamento attesissimo di fine luglio, con i Bascherdeis di Vernasca (Festival degli Artisti di Strada) ed ancora la Silver Flag, gara internazionale di auto storiche.

Nutrito è poi il calendario degli appuntamenti della stagione di prosa proposta dalla cittadina di Fiorenzuola, mentre locali della zona offrono serate di musica e divertimento per i giovani. 


Molte sono le possibilità di escursione in questa zona che comprende ben tre parchi.
Posto nei comuni di Morfasso e Lugagnano, il parco provinciale del Monte Moria, che occupa una superficie di oltre mille ettari, costituisce una forte attrattiva per realizzare un itinerario naturalistico, sia a piedi che in bici, con diverse possibilità di percorso. I secolari castagni dalle particolarissime forme dominano la parte boschiva, ove non mancano ginestre, ginepri, noccioli, caprifogli e pini silvestri. Suggestiva è la zona della “Croce dei segni” con i suoi faggi. Nel periodo di Ferragosto (15 e 16 agosto), il Parco ospita la sagra di San Rocco, che rappresenta uno degli appuntamenti annuali più importanti dell’alta Val d’Arda.
È stata riorganizzata e promossa di recente la riserva geologica del Piacenziano, posta per gran parte nel territorio di Lugagnano: qui si possono ammirare i numerosi calanchi ove affiorano argille sabbiose ricche di resti fossili.
Il Parco fluviale dello Stirone, al confine tra Parma e Piacenza, è particolarmente indicato per chi ama il turismo sportivo, dall’equitazione al ciclismo all’escursionismo. Da vedere i “canyons” con pareti molto alte, la straordinaria fauna (specialmente gli uccelli escavatori) e la rigogliosa flora fluviale, caratterizzata dalla prevalenza di pioppi, aceri e salici. In questa zona corrono anche parte degli itinerari dell’Ippovia della Valli Nure ed Arda, un circuito di oltre centotrenta chilometri che si collega all’Ippovia della valli Taro e Ceno.

Un ideale grand tour per i paesi della Val d’Arda può partire dalla Bassa, dalle fertili terre del Po che ispirarono l’anima agricola e musicale di Giuseppe Verdi (a Sant’Agata di Villanova è visitabile la villa-museo fatta edificare dal celebre compositore che qui visse e lavorò per molti anni). In queste terre, nel XII secolo, arrivò con i suoi monaci l’abate francese San Bernardo che a Chiaravalle di Alseno fondò una splendida abbazia detta della Colomba perché, secondo una leggenda, fu una colomba ad indicare con pagliuzze la zona nella quale doveva sorgere il monastero, edificato secondo i canoni dell’architettura cistercense. Nella chiesa annessa, risalente al XII-XIII secolo, vi è una cappella della Crocifissione con affreschi del XIV secolo di scuola lombarda. Uno dei gioielli di questa abbazia, nella quale si riflette tutta la spiritualità medioevale, è il chiostro trecentesco, con le sue ventiquattro partizioni a quadrifora, le novantasei arcatelle ogivali, le centotrenta colonnine binate in marmo rosa di Verona e una complessa simbologia tutta da leggere. Una sosta a parte meritano i prodotti della celebre liquoreria monastica.

Nel maniero di Monticelli, risalente alla fine del XIII secolo, è oggi ospitatoil Museo Etnografico del Po, che raccoglie vari strumenti di lavoro ed altri oggetti della vita domestica legati alla tradizione rivierasca. 
 Da vedere, all’interno, anche un’area dedicata all’esposizione di materiali di epoca romana, in particolare anfore. Nel castello di San Pietro in Cerro, preziosa testimonianza tardo quattrocentesca, vi è un originale Museum in Motion (MIM) che, come i musei americani di arte contemporanea, ospita
centinaia di opere d’arte mostrate al pubblico a rotazione. Il castello di Caorso, di impianto medioevale, presenta una interessante torre in mattoni con merlature a coda di rondine e una torretta a pianta ottagonale. Al fortilizio si legano le vicende della nobile famiglia longobarda dei Mandelli e del borgo stesso, ove si può anche visitare la chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, che al suo interno conserva un prezioso organo ottocentesco e resti di affreschi di scuola lombarda. La vicina Cortemaggiore dispensa il fascino delle terre del Magnifico. A partire dal XV secolo, Cortemaggiore divenne capitale dello Stato Pallavicino, un potente centro di potere urbanisticamente realizzato secondo uno schema rinascimentale. Grandi mecenati, i Pallavicino chiamarono a corte artisti celebri come Antonio da Pordenone, che tra il 1529 e il 1530 affrescò la cappella ottagonale della Chiesa dell’Annunziata. Nella collegiata di Santa Maria delle Grazie è invece conservato un prezioso polittico tardo-quattrocentesco, opera di Filippo Mazzola, padre del Parmigianino.

Anche Fiorenzuola, capoluogo naturale ed amministrativo della Val d’Arda, è ricca di monumenti storici. La collegiata di San Fiorenzo fu realizzata a partire dalla fine del Quattrocento con forme desunte dagli stili romanico e gotico ed esemplata su modello della chiesa di San Francesco di Piacenza; conserva al suo interno pregevoli opere d’arte, come l’altare maggiore in marmi policromi eseguito su disegno del pittore Gian Paolo Panini, la cappella del Sacramento edificata alla metà del Seicento con una grande pala d’altare adornata da una elegante cornice cinquecentesca, con il miracolo di San Fiorenzo, opera del pittore romano Marco Benefial. Da vedere pure il complesso conventuale di San Giovanni, Palazzo Grossi, di epoca rinascimentale, con monofore a ogiva ornate da fregi in cotto, e il settecentesco Palazzo Bertamini Lucca che conserva al suo interno affreschi di Francesco Natali e Bartolomeo Rusca. Si può ammirare anche lo splendido Teatro Verdi, recentemente restaurato.

Fiorenzuola rappresentò a lungo il nodo del sistema viario della Francigena: una volta arrivati nella cittadina il pellegrino poteva proseguire verso Fidenza, oppure risalire per la val d’Arda e quindi proseguire, attraverso il passo del arrivando a Bardi e Borgotaro, quindi a Pontremoli e al passo del Brattello. Percorrendo la strada verso l’alta valle, s’impone una visita minuziosa al borgo di Castell’Arquato, situato in una posizione ideale per godere di una vista panoramica su buona parte della valle. Oltrepassato un portale seicentesco a volta, antiche case ben conservate e vicoli stretti accompagnano il visitatore alla parte alta del borgo, che possiede uno dei centri storici più affascinanti d’Italia, nel quale sono stati ospitati i set di diversi film di ambientazione storica. Qui la piazza è dominata dalla Rocca Viscontea, dal Palazzo del Podestà costruito nel 1293 e dalla Collegiata di Santa Maria Assunta, capolavoro di architettura romanica. E poco distante si possono ammirare il Torrione Farnesiano, mastio quadrangolare risalente alla fine del XVI secolo, e il Palazzo Ducale con una suggestiva fontana.

È consigliabile visitare il Museo di Luigi Illica, il celebre librettista di Puccini e Mascagni, che qui ebbe i natali, il Museo della Collegiata, ove sono esposti ferri battuti, tessuti, reliquari, oreficerie, una preziosa quadreria, tra cui tre tele di Gaspare Traversi, e stoffe preziose, come due ricami bizantini. Nell’Ospitale Santo Spirito è invece allestito il Museo Geologico che conserva i resti dei cetacei venuti alla luce sui calanchi delle valli dell’Arda, del Chiavenna e del Chero. In una frazione di Castell’Arquato per gli amanti del golf vi sono magnifici campi a 18 buche. A Vigolo Marchese è possibile ammirare la Rocca di Pusterla, la chiesa romanica di San Giovanni e un antico battistero a pianta circolare con tre absidi sporgenti e una cupola sorretta da sei pilastri cilindrici. Ancora pochi chilometri e, passato Lugagnano con suoi calanchi, ecco Vernasca con la Pieve romanica di San Colombano, del secolo XII, vicino alla quale vi è l’antica canonica che ospita il Centro Visita Provinciale della via Francigena. Poco distante Vigoleno, con il suo splendido borgo a forma ellissoidale, costruito alla fine del ‘300 e terminato nei secoli successivi.
Negli anni trenta il borgo si trovò ad ospitare illustri personaggi: nel salotto della principessa Maria Ruspoli conversarono Max Ernst, Jean Cocteau, Gabriele d’Annunzio ed altri ancora. 


Essenziale il giro del camminamento della ronda, dal quale si può ammirare il panorama della valle, del mastio quadrangolare con merli ghibellini originali, del maniero, che ha al suo interno un teatrino di gusto settecentesco, delle viuzze selciate sopra cui si affacciano splendide case in pietra. La chiesa romanica conserva al suo interno affreschi risalenti al XIV-XV secolo e capitelli con figure zoomorfe. In particolare nell’affresco absidale è possibile ammirare un prezioso San Giorgio che uccide il drago, realizzato da un artista locale del Quattrocento. San Giorgio si ritrova anche nella lunetta del portale d’ingresso, opera di scuola antelamica risalente con ogni probabilità al Duecento. Il territorio di Vernasca, sulla direttrice della Francigena, è punteggiato da numerosi “segni di fede”, in particolare oratori campestri che hanno portato alla messa a punto di una suggestiva “via degli oratori” che ha come sue tappe principali Mignano, ove è possibile ammirare l’oratorio di San Geminiano, al cui interno vi è un’abside semicircolare del XII secolo con un affresco raffigurante San Giacomo, l’oratorio ottocentesco della Madonna di Pione, la pieve della Madonna della Mercede di San Genesio (secolo XIII), l’oratorio di Terenza dedicato a Santa Lucia, oltre alla pieve di Vernasca e all’oratorio rinascimentale della Madonna delle Grazie di Vigoleno. Verso Morfasso ci si muove tra piccoli borghi di pietra, i boschi e le aree prative del Parco provinciale
 del monte Moria, dei monti Santa Franca, Menegosa e Pelizzone.

Uno modo inusuale per conoscere la val d’Arda e la sua storia è quello di ricostruire storicamente e culturalmente le sue antiche vicende, attraverso un percorso che ne valorizzi l’aspetto archeologico. Infatti il comprensorio fu abitato fin dal Paleolitico come dimostra il rinvenimento di manufatti a Monte Lama, e vi sono poi significative testimonianze di siti neolitici (in particolare a Fiorenzuola), e della media e tarda età del Bronzo (le più note terramare di Rovere di Caorso, Colombare di Bersano, Montata dell’Orto e Castelnuovo Fogliani). Di recente allestimento è, presso i locali della scuola media di Morfasso, il Centro di ricerca e sviluppo avanzato per l’appennino ove, tra l’altro, sono conservati, pesi in piombo e in pietra, mattoncini per pavimentazioni, lastre di marmo e ceramiche fini da mensa.